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MEMORIE DI UNA DUCHESSA

“A volte basta un gesto, uno sguardo, forse un sorriso, e tutto cambia all’istante. Quello che credevate un nemico diventa un amico. Quello che credevate un amico diventa un potenziale amante.” (da: Memorie di una Duchessa, Lady B. Project)

mercoledì 11 gennaio 2012

Scrivere, che fatica!

Sono arrivata quasi alla fine del mio secondo romanzo. Come sempre, i miei personaggi non ne vogliono sapere di seguire la trama, così sono giunta all'epilogo prima del previsto. Non ho idea di come proseguirà da qui in poi. Poiché oramai la trama è stravolta, credo che improvviserò. In fondo, è più divertente quando non sai quel che succederà. Della serie...lo scopriremo solo scrivendo!
Mi sono divertita parecchio nello scrivere questo romanzo. I personaggi che ho creato, rispetto ai due protagonisti di "Memorie di una Duchessa", il mio primo romanzo, sono più simpatici, meno seriosi, molto più trasparenti e coerenti. Amerò sempre alla follia Arthur di Memorie di una Duchessa, così cupo, egoista, a volte un po' violento, ma devo dire che Justin mi piace molto di più come personaggio. E' uno di quegli uomini che ti fanno venir voglia di coccolarli, vezzeggiarli, di ridere con loro. Non lo avevo progettato in tal modo. Doveva essere un duca un po' irascibile, ma gentile, un capo esigente ma capace di grandi gesti di generosità. Per certi versi Justin è anche tutto questo, ma poi non so come si è trasformato in qualcosa di più. E così mi sono ritrovata fra le mani un protagonista un po' fanciullesco, un ragazzo mai del tutto cresciuto. E mi piace da morire! C'è un'unica cosa che non sopporto di lui: la sua debolezza per le belle donne. Gliel'ho affibbiata io, ovviamente. Doveva pur avere un difetto, quest'uomo tanto generoso e simpatico e così eccolo qua. A parte il fatto che, come ogni bravo ragazzone rimasto ancora con la testa ai tempi del college, ama alzare un po' il gomito, Justin è un po' ingenuo e superficiale e facilmente attratto da un bel paio di tette.
A questo punto vi direte: la protagonista femminile dunque è ben fatta, bella da morire, tale da accalappiare il bel duca fanciullino? No, assolutamente e irrevocabilmente no. Daisy è brutta e quando dico brutta intendo proprio brutta. Non un brutt' anatroccolo che con un bel vestito diventa all'improvvisa la bella del ballo. No! Avrei potuto fare qualcosa del genere, suppongo, ma sarebbe stato banale e...inutile. Si, inutile. Il senso dei miei romanzi è sempre quello di permettere a chiunque un giorno si ritrovi a leggere il mio romanzo (anche se probabilmente non lo pubblicherò mai, non in maniera cartacea comunque) di immedesimarsi nel personaggio. La donna comune non gradisce la bella bionda di turno che si frega il miglior partito della stagione (mondana, mi riferisco al "bel mondo" londinese di fino ottocento). Lo so bene, sono una donna comune anch'io!
In ogni caso, dovevo far in modo che Daisy risultasse ugualmente adorabile e apprezzabile. Lo è! Io la sceglierei sicuramente come amica. Anzi,  le vorrei proprio bene! E' deliziosa, graziosa, dolcissima. Un pasticcino alla crema, insomma! Come potrebbe Justin, duca fanciullesco, non innamorarsi di lei? Ce ne mette un po', lo devo ammettere, ma alla fine anche lui cede al bisogno di calore umano e di tenerezza che la nostra Daisy ha da dare in abbondanza. A scapito, ovviamente, dell'antagonista della situazione, Miss Elizabeth Middleton. Anche lei è venuta fuori diversamente da come l'avevo immaginata. Doveva essere un personaggio positivo, tutto sommato, tanto che avevo pensato anche di usarla per un altro romanzo, e invece ha sviluppato un proprio carattere ed è venuta fuori una specie di meretrice accalappiauomini. Beh, che ci posso fare, non sono io a gestire il gioco. A volte ho proprio l'impressione che i miei personaggi escano fuori da sè, senza che io abbia alcun controllo!

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